La regina degli scacchi: Scacco matto alla noia!
⭐⭐⭐⭐⭐
Netflix cala un asso nella manica con una serie che dimostra come anche gli scacchi possano essere emozionanti (e non è uno scherzo!).
“La regina degli scacchi” è la serie che non ti aspetti. Chi avrebbe mai detto che una storia ambientata nel mondo degli scacchi, un gioco spesso percepito come lento e silenzioso, potesse essere così avvincente, emozionante e piena di adrenalina? Io di certo non l’avrei mai immaginato! Eppure, questa miniserie Netflix mi ha completamente conquistato, nonostante la mia totale indifferenza (per non dire avversione) nei confronti di alfieri, cavalli e regine.
La serie, tratta dall’omonimo romanzo di Walter Tevis, ci catapulta nella vita di Beth Harmon, una giovane orfana che scopre di possedere un talento straordinario per gli scacchi. Fin da bambina, Beth dimostra una predisposizione innata per il gioco, una capacità di analisi e di strategia fuori dal comune. La seguiremo nel suo percorso, dagli esordi in un orfanotrofio del Kentucky fino ai tornei internazionali più prestigiosi, dove sfiderà i più grandi campioni del mondo, incluso il temibile Vasily Borgov, il campione sovietico.
Ma “La regina degli scacchi” non è solo una serie di partite a scacchi. È un racconto di formazione, un viaggio emozionante nella vita di una giovane donna che lotta per trovare il suo posto in un mondo dominato dagli uomini, un mondo in cui il genio si intreccia con la fragilità, e dove la ricerca del successo si scontra con i demoni interiori. Beth dovrà affrontare non solo avversari agguerriti sulla scacchiera, ma anche le proprie insicurezze, la solitudine e la dipendenza da tranquillanti e alcol.
Anya Taylor-Joy è semplicemente straordinaria nei panni di Beth. Con il suo sguardo magnetico e la sua interpretazione intensa, riesce a trasmettere tutta la complessità del personaggio, la sua intelligenza, la sua vulnerabilità e la sua determinazione. La regia di Scott Frank è impeccabile, creando un’atmosfera sofisticata ed elegante che cattura lo spettatore fin dalle prime scene. La fotografia, le scenografie e i costumi sono curati nei minimi dettagli, trasportandoci nell’atmosfera degli anni ’60. Nel cast troviamo anche altri attori di talento, come Marielle Heller nel ruolo di Alma Wheatley, la madre adottiva di Beth, e Thomas Brodie-Sangster che interpreta Benny Watts, uno dei rivali di Beth nel mondo degli scacchi.
Ma cosa rende “La regina degli scacchi” così speciale? Sicuramente la capacità di raccontare una storia universale, che va oltre il mondo degli scacchi. È una storia di riscatto, di passione, di superamento dei propri limiti. È una storia che parla di solitudine, di dipendenza, di emancipazione femminile. È una storia che ci ricorda che anche quando tutto sembra perduto, possiamo sempre trovare la forza per rialzarci e combattere per i nostri sogni.
E poi, diciamocelo, “La regina degli scacchi” è anche dannatamente cool. Beth Harmon, con il suo stile impeccabile e il suo sguardo fiero, è un’icona di stile e di emancipazione. La serie è un tripudio di abiti vintage, acconciature cotonate e atmosfere retrò. Insomma, “La regina degli scacchi” è una serie che conquista su tutti i fronti, che siate appassionati di scacchi o meno.
Pro:
- Trama avvincente e personaggi memorabili: La serie tiene incollati allo schermo grazie ad una storia ben scritta, con colpi di scena e momenti di suspense, e personaggi ben caratterizzati che rimangono impressi nella memoria.
- Interpretazione straordinaria di Anya Taylor-Joy: Anya Taylor-Joy offre una performance magistrale, dando vita ad un personaggio complesso e sfaccettato con grande intensità e credibilità.
- Regia impeccabile e colonna sonora coinvolgente: La regia di Scott Frank è elegante e raffinata, con una cura particolare per i dettagli e l’atmosfera. La colonna sonora, con brani jazz e classici degli anni ’60, contribuisce a creare un’ambientazione suggestiva.
Contro:
- Caratterizzazione dei personaggi secondari: Alcuni personaggi secondari, pur interpretati da attori di talento, risultano poco approfonditi e a tratti stereotipati.
- Eccessiva semplificazione: Per rendere la storia più accessibile al grande pubblico, la serie semplifica alcuni aspetti del mondo degli scacchi, sacrificando in parte il realismo.
- Mancanza di originalità nella rappresentazione della dipendenza: La dipendenza di Beth da alcol e farmaci, pur essendo un elemento importante della sua storia, non viene esplorata con particolare originalità o profondità.