Archivi Thriller - Review Junkie https://reviewjunkie.net/tag/thriller/ Il tuo sito di recensioni Thu, 14 Nov 2024 21:41:27 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.7 https://reviewjunkie.net/wp-content/uploads/2024/11/cropped-file-r1WNzr96g85fZlsM7tsUmXAk-2-32x32.webp Archivi Thriller - Review Junkie https://reviewjunkie.net/tag/thriller/ 32 32 The Menu: Recensione al vetriolo di una società affamata https://reviewjunkie.net/the-menu-recensione-al-vetriolo-di-una-societa-affamata/ https://reviewjunkie.net/the-menu-recensione-al-vetriolo-di-una-societa-affamata/#respond Thu, 14 Nov 2024 21:26:42 +0000 https://reviewjunkie.net/?p=685 ⭐⭐⭐⭐ “The Menu” è un thriller con Anya Taylor-Joy e Ralph Fiennes, ambientato in un ristorante esclusivo su un’isola. Un

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“The Menu” è un thriller con Anya Taylor-Joy e Ralph Fiennes, ambientato in un ristorante esclusivo su un’isola. Un gruppo di ricchi e superficiali commensali partecipa a una cena degustazione che si trasforma in un incubo, orchestrato dallo chef per vendicarsi dell’élite che ha corrotto la sua arte. Il film è una satira sociale che critica l’ossessione per il lusso e la decadenza morale, servita con un ritmo lento e un’atmosfera claustrofobica.

“The Menu” non è il solito thriller con qualche prelibatezza gourmet buttata lì per fare scena. No, qui si va più a fondo. È un film che utilizza gli elementi dell’horror e della commedia nera per cucinare una satira sociale che ti rimane sullo stomaco. Il contesto, un ristorante di alta classe su un’isola deserta, appare claustrofobico e inquietante. Il regista, Mark Mylod, ci porta a cena in questo posto, ma non aspettatevi un menu à la carte. Qui si serve solo un macabro banchetto dove ogni piatto è una metafora delle storture della nostra società.

Il film, simile a un coltello affilato, rivela le contraddizioni di una società ossessionata dall’immagine, dal trionfo e dalla ricchezza. I clienti del ristorante Hawthorn, un insieme di persone benestanti e superficiali, rappresentano varie categorie sociali che il film analizza senza pietà: l’arrogante imprenditore, la critica culinaria cinica e snob, la coppia disillusa in cerca di avventure intense, e gli speculatori senza scrupoli. Ciascuno di loro, con i propri difetti e le proprie falsità, aiuta a formare un quadro grottesco di un’élite che ha smarrito il legame con la realtà.

Attraverso le portate del menu, elaborate con un’estetica curata e una scrupolosa attenzione ai particolari, il film rivela il vuoto esistenziale che si nasconde dietro la facciata del successo. Ogni piatto, un capolavoro della cucina molecolare, simboleggia una protesta contro la superficialità, l’egoismo e la corruzione morale di una classe sociale che nutre sé stessa con illusioni. Il cibo, da simbolo di felicità e incontro, si trasforma in strumento di contestazione, un rappresentante delle ambiguità di un universo dove l’apparenza prevale sulla realtà.

Ma “The Menu” supera la mera critica al consumismo e all’ostentazione, indagando anche il ruolo dell’artista all’interno della società. Lo chef Slowik, interpretato da un eccellente Ralph Fiennes, è un individuo angustiato, un creativo che ha rinunciato alla sua arte per ottenere successo e fama. La sua cucina, inizialmente simbolo di inventiva e abilità, diventa un mezzo di vendetta nei confronti di chi, a suo avviso, ha giocato un ruolo nella corruzione del settore gastronomico. Slowik, simile a un moderno Frankenstein, realizza mostri gastronomici per vendicarsi dei suoi “creatori”, quelli che hanno convertito la sua arte in un bene di consumo.

Lo chef Slowik

Grazie ai dialoghi penetranti e alle interpretazioni coinvolgenti degli attori, “The Menu” ci spinge a considerare l’importanza dell’arte, l’essenza del cibo e il nostro ruolo personale in un contesto che frequentemente favorisce l’apparenza a discapito del contenuto. Il film ci avverte che perseguire la perfezione a ogni costo può portare alla follia, e che la vera gioia si trova nella semplicità e nell’autenticità. In questa circostanza, il cheeseburger scelto da Margot, un piatto classico e “semplice”, si trasforma in un emblema di ribellione contro la complicatezza e l’artificiosità del mondo della cucina gourmet.

Bisogna premettere che “The Menu” non è un’opera per tutti i gusti. La sua natura contemplativa e il ritmo cadenzato, volutamente disteso, potrebbero disorientare chi si attende un crescendo adrenalinico di colpi di scena. L’obiettivo del regista, infatti, non risiede tanto nell’incalzare degli eventi, quanto nella costruzione di un’atmosfera rarefatta e perturbante, che avvolge lo spettatore in una morsa claustrofobica sempre più stringente. Pur efficace nel generare suspense, questa scelta stilistica potrebbe apparire eccessivamente lenta e meditativa a un pubblico in cerca di emozioni più immediate.

Non si può inoltre trascurare l’aspetto della caratterizzazione dei personaggi. Se da un lato essi incarnano in modo efficace diverse tipologie sociali, dall’altro le loro individualità e i loro vissuti personali rimangono celati dietro un velo di enigmaticità. Pur comprendendo la scelta autoriale di privilegiare la critica sociale, si avverte la mancanza di un’indagine più approfondita nella psicologia dei protagonisti, che avrebbe potuto conferire maggiore spessore e complessità all’opera.

Ospiti seduti al tavolo

Da un punto di vista tecnico, la pellicola si distingue per una fotografia di notevole impatto. L’uso sapiente di toni scuri e ombre profonde contribuisce a creare un’atmosfera suggestiva e opprimente, sebbene talvolta risulti un tantino cupa. La colonna sonora, con le sue melodie inquietanti, amplifica ulteriormente il senso di disagio e di suspense che pervade la narrazione.

“The Menu” non si limita a intessere una trama avvincente e una satira sociale di mordace acutezza, ma si eleva a opera cinematografica di pregevole fattura anche grazie all’attenzione certosina rivolta agli aspetti tecnici, i quali concorrono in modo determinante alla creazione di un’atmosfera perturbante e claustrofobica.

La fotografia, sapientemente orchestrata da Peter Deming, si erge a elemento cardine nella costruzione dell’atmosfera filmica. L’immagine, caratterizzata da una tavolozza cromatica intensa e da un sapiente gioco di luci e ombre, evoca un senso di claustrofobia e mistero, immergendo lo spettatore in un’aura di opprimente oscurità. L’uso sapiente del chiaroscuro enfatizza i contrasti e crea un’interazione di luci e ombre che sottolinea l’ambiguità morale dei personaggi e l’intensificazione della storia. Il ristorante Hawthorn, con i suoi interni essenziali e un’illuminazione soffusa, diventa un palco per un dramma inquietante, mentre i panorami esterni dell’isola, avvolti nella nebbia e nell’oscurità, intensificano una sensazione di solitudine e angoscia.

Anche il montaggio, curato da Christopher Tellefsen, gioca un ruolo fondamentale nel determinare il ritmo e la suspense del film. Il cambio tra inquadrature brevi e lunghe, particolari e campi lunghi, contribuisce a mantenere elevata la suspense e a guidare lo spettatore nelle diverse fasi del sinistro banchetto. Il montaggio parallelo, inoltre, unisce le azioni dei personaggi con i preparativi culinari, svelando progressivamente il perfido progetto dello chef Slowik.

Piatto con rocce ed erbette dell'isola

Infine, la musica, creata da Colin Stetson, intensifica la sensazione di disagio e inquietudine che permea il film. Le sonorità, contraddistinte da melodie dissonanti e atmosfere oscure, accompagnano le immagini con una certa discrezione, evidenziando i momenti di tensione e creando un paesaggio sonoro che aiuta a rendere l’esperienza ancora più inquietante.

In conclusione, gli elementi tecnici di “The Menu” sono realizzati con notevole maestria e giocano un ruolo cruciale nel generare un film con forte impatto visivo ed emotivo.

Insomma, “The Menu” è come un soufflé: può affascinare e disgustare allo stesso tempo. Non vuole solo intrattenere, ma anche provocare e far riflettere. Con una regia impeccabile, una sceneggiatura brillante e un cast stellare – Anya Taylor-Joy è semplicemente straordinaria, e bellissima, nei panni di Margot – il film ci offre un’esperienza indimenticabile, un viaggio sensoriale ed emotivo che ci lascerà un retrogusto amaro, come un piatto prelibato ma avvelenato.

Consigliato a:

  • Chi ama i thriller psicologici con un tocco di satira.
  • Chi cerca film che fanno riflettere sulla società.
  • Chi apprezza le interpretazioni intense e le atmosfere inquietanti.

Sconsigliato a:

  • Chi vuole solo azione e colpi di scena.
  • Chi preferisce storie con personaggi più approfonditi.
  • Chi si impressiona facilmente con la violenza.

Trailer Ufficiale

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Jolt: La rabbia femminile che scuote il sistema (recensione) https://reviewjunkie.net/jolt-la-rabbia-femminile-che-scuote-il-sistema-recensione/ https://reviewjunkie.net/jolt-la-rabbia-femminile-che-scuote-il-sistema-recensione/#respond Mon, 11 Nov 2024 21:56:47 +0000 https://reviewjunkie.net/?p=656 ⭐⭐⭐ In “Jolt”, Kate Beckinsale interpreta Lindy Lewis, una donna che lotta contro un disturbo esplosivo intermittente. Il film solleva

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In “Jolt”, Kate Beckinsale interpreta Lindy Lewis, una donna che lotta contro un disturbo esplosivo intermittente. Il film solleva interrogativi sulla percezione sociale della rabbia femminile, evidenziando un doppio standard nel modo in cui la società reagisce alla rabbia femminile rispetto a quella maschile.

Lindy Lewis (una straordinaria Kate Beckinsale) soffre di un disturbo esplosivo intermittente: la minima provocazione scatena in lei una furia incontenibile. Per controllarsi, indossa un giubbotto elettroshock, una gabbia per la sua rabbia. Ma sotto questa corazza, Lindy è una donna fragile che desidera solo una vita normale. Kate Beckinsale riesce a rendere appieno la complessità di questo personaggio combattuto.

Jolt” non si limita a essere un action movie adrenalinico con una protagonista badass. “Jolt” va oltre la semplice azione e propone una critica al modo in cui la società affronta la rabbia, in particolare quella femminile. Lindy, costretta a reprimere la propria rabbia, rappresenta la frustrazione di molte donne che si sentono soffocate da un mondo che le vuole docili e sottomesse. “Jolt” denuncia questa ingiustizia, mostrando come la rabbia femminile venga vista come una pericolosa anomalia, mentre la violenza maschile è spesso tollerata o persino glorificata. Un doppio standard che il film ci invita a mettere in discussione.

Jolt” non è solo un film di botte e sparatorie. È anche un’opera che sa usare il linguaggio cinematografico per amplificare le emozioni e le tematiche della storia. “Jolt” è un film che pulsa di energia, e gran parte del merito va alla regia di Tanya Wexler, che riesce a dimostrare grande versatilità nella regia, passando con disinvoltura dalle scene d’azione più concitate ai momenti di introspezione più delicati. I combattimenti sono coreografati con maestria e ripresi con uno stile frenetico che ci tiene incollati allo schermo. Ma la regista sa anche creare atmosfere suggestive e intime, giocando con luci e ombre per dare profondità ai personaggi e alle loro emozioni.

E come dimenticare la colonna sonora? Un elemento fondamentale per creare l’atmosfera adrenalinica e al tempo stesso emozionante di “Jolt“. Dominic Lewis, compositore britannico noto per il suo lavoro in film come “Money Monster”, firma una soundtrack eclettica e coinvolgente. Sonorità orchestrali epiche si alternano a ritmi elettronici e rock. Brani come “Far from Normal” e “Bathroom Bitch” accompagnano con perfetta sincronia le esplosioni di rabbia e i momenti di tensione del film. Contribuendo a creare un’esperienza audiovisiva davvero immersiva.

Jolt” ci cattura fin da subito, trascinandoci in una spirale di violenza e vendetta insieme a Lindy. Pur non presentando una trama particolarmente originale, il film riesce a intrattenere e a far riflettere su temi importanti come la rabbia femminile e il doppio standard della società. Pur essendo un film godibile, “Jolt” presenta qualche debolezza nella caratterizzazione dei personaggi secondari, che risultano un po’ stereotipati. Il finale aperto, invece di chiudere il cerchio narrativo, sembra quasi un escamotage per aprire la strada a un sequel non necessario.

In definitiva, “Jolt” è un film che intrattiene con intelligenza e offre spunti di riflessione non banali. Pur non essendo esente da difetti, come una certa prevedibilità nella trama e personaggi secondari poco approfonditi, il film riesce a distinguersi. Grazie a un’ottima interpretazione di Kate Beckinsale, scene d’azione ben coreografate e una critica sociale sottile ma efficace.

Jolt” è un film consigliato a:

  • Amanti del genere action, in cerca di un film con una protagonista femminile forte e scene di combattimento spettacolari.
  • Chi apprezza le commedie nere con un tocco di humor sarcastico.
  • Spettatori interessati a film che offrono spunti di riflessione sulla società e sul ruolo delle donne.

Jolt” potrebbe non piacere a:

  • Chi cerca un film d’azione con una trama originale e imprevedibile.
  • Chi preferisce film con personaggi secondari ben sviluppati e approfonditi.
  • Chi è infastidito dalla violenza, anche se non eccessiva.

Trailer Ufficiale

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Crowe e Gosling scatenati: Recensione di “The Nice Guys”, un’avventura negli anni ’70 https://reviewjunkie.net/crowe-e-gosling-scatenati-recensione-di-the-nice-guys-unavventura-negli-anni-70/ https://reviewjunkie.net/crowe-e-gosling-scatenati-recensione-di-the-nice-guys-unavventura-negli-anni-70/#respond Sun, 10 Nov 2024 16:50:42 +0000 https://reviewjunkie.net/?p=635 ⭐⭐⭐⭐ Se cercate un film che vi faccia ridere, vi tenga con il fiato sospeso e vi faccia fare un

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Se cercate un film che vi faccia ridere, vi tenga con il fiato sospeso e vi faccia fare un tuffo nel passato, “The Nice Guys” è quello che fa per voi. Russell Crowe e Ryan Gosling sono irresistibili in questa commedia d’azione ambientata nella Los Angeles degli anni ’70.

Healy e March in una macchina d'epoca

Ah, gli anni ’70! Se pensate a quegli anni come a un periodo di pace e amore, beh, vi sbagliate di grosso. Shane Black, con “The Nice Guys” (2016), ci mostra il lato oscuro di quell’epoca, quello fatto di corruzione, violenza e segreti inconfessabili. E lo fa con uno stile che spacca, mescolando azione, commedia e noir come solo lui sa fare.

La trama? Beh, diciamo che non è proprio una passeggiata al parco. Amelia, una ragazza che recita in film per adulti, scompare nel nulla. Healy e March, due investigatori privati che più diversi non si può, si ritrovano a collaborare per risolvere il caso. Peccato che le cose si complichino in fretta, e i nostri eroi si trovino invischiati in una rete di intrighi e pericoli.

Black è un maestro nel giocare con le aspettative del pubblico. In “The Nice Guys” ci porta su una giostra di colpi di scena, false piste e personaggi ambigui, tenendoci incollati alla poltrona fino all’ultimo minuto. E come se non bastasse, ci immerge completamente nell’atmosfera degli anni ’70, con una ricostruzione maniacale di Los Angeles e dei suoi abitanti.

Crowe e Gosling sono una coppia formidabile. Crowe, nei panni del duro Healy, è sempre una garanzia. Gosling, invece, ci regala un’interpretazione esilarante di March, l’investigatore sfigato e fifone. Uno dei personaggi più riusciti è Holly, la figlia di March. Una ragazzina che non si fa mettere i piedi in testa da nessuno e che, a modo suo, aiuta il padre a risolvere il caso. Insomma, “The Nice Guys” è un film che vi conquisterà con la sua storia, i suoi personaggi e le sue atmosfere.

A proposito di forza bruta, sembra che Crowe non abbia dimenticato come si mena, dai tempi de “Il Gladiatore”! Ogni pugno sferrato da Healy è un piccolo omaggio al Massimo Decimo Meridio che è in lui.

E insomma, che dire di “The Nice Guys”? Beh, preparatevi a un bel mix di risate, azione e qualche riflessione che non guasta mai. Black è un genio nel mescolare i generi, e qui ci regala un cocktail esplosivo di commedia, azione e noir. E non pensate che sia uno di quei film impegnati e noiosi, eh! La critica sociale c’è, ma è ben nascosta tra le pieghe della storia, e ti fa pensare senza prenderti troppo sul serio. Insomma, “The Nice Guys” è uno di quei film che ti lasciano soddisfatto, con la voglia di rivederlo per cogliere tutti i dettagli e goderti ancora una volta le performance di questo cast stellare.

Consiglierei questo film a:

  • Chi ama le commedie d’azione con dialoghi brillanti e personaggi memorabili.
  • Chi apprezza le ambientazioni retrò e la cura dei dettagli.
  • Chi cerca un film che sappia divertire e allo stesso tempo far riflettere.

Non consiglierei questo film a:

  • Chi cerca un film d’azione puro, con scene spettacolari e violenza gratuita.
  • Chi non apprezza l’umorismo a volte sopra le righe e politicamente scorretto.
  • Chi preferisce trame lineari e prive di ambiguità morali.

Trailer Ufficiale

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